La bellezza delle forme geometriche, di origine translogica e spirituale, cioè lo sguardo privo di concupenza, già per Platone possedeva una vera qualità morale. Su questo “moraleggiante” platonismo si basa l’estetica della pittura concreta.
Maria Teresa De Zorzi vede nella superfice del quadro la possibilità di creare una propria realtà, ma non la interpreta come portatrice di un’immagine illusionistica del mondo visibile. Ignora scorci prospettici e realizza, attraverso strutture sensibili e temperature di colore applicate cromaticamente, nuove dimensioni per la distribuzione degli spazi.
Da una struttura di base puramente geometrica, dalle forme semplici e dalla colorazione brillante com quella dei fuochi d’artificio, nasce da un lato il campo dinamico e dall’altro l’equilibrio armonico. Il suo elemento principale nella forma, il motivo delle strisce, è di classica armonia e di proporzione ideale. Statica e dinamica si confrontano con forza in questo ciclo. La dinamica si manifesta, nei suo lavori, su una linea ritmicamente vibrante. Si è portati a parlare d’una polarizzazione di due forze unite una con l’altra in una sola immagine.
Il costruttivismo, nato in un certo senso da un’esigenza spirituale e morale, viene spesso percepito come arte intellettuale. L’arte informale ha basi completamente differenti ed è perciò soggetto ad altre competenze. Sembrava sempre impensabile che un’artista potesse suonare “entrambi gli strumenti” allo stesso tempo: a Maria Teresa De Zorzi questa sintesi riesce.
Un motivo essenziale è che i suoi quadri emanano gioia, voglia di vivere ed agilità. La sua realtà dell’immagine non significa imitazione della natura, bensì conduce alla creazione di un equilibrio. Questo equilibrio non s’intende comunque come statico, bensì come un compito per lo spettatore, da realizzare meditando in se stessi.
Karl A. Irsigler